Il recente rapporto dell’Agenzia Europea sulla salute e sicurezza in merito ai rischi del telelavoro durante la pandemia
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- On Giugno 29, 2021
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Il recente studio dell’Agenzia Europea sulla sicurezza sul lavoro analizza i rischi per la salute e sicurezza correlati al telelavoro nell’ambito della pandemia, dando conto anche degli accordi più rilevanti conclusi sul tema tra le aziende e le parti sociali in diversi Stati Europei. Le misure di sanità pubblica attuate per far fronte alla pandemia hanno avuto un impatto importante sull’incidenza, la regolarità e l’ubicazione del telelavoro, dando centralità a quello reso dal proprio domicilio.
Durante la pandemia, il telelavoro ha ridotto i livelli del pendolarismo con il vantaggio di ridurre la probabilità di contrarre il virus o altre malattie infettive. Peraltro, gli studi hanno da tempo dimostrato che i telelavoratori spesso ottengono risultati migliori rispetto ai loro colleghi che lavorano in ufficio. Tuttavia, gli atteggiamenti del senior management possono influenzare fortemente il livello di accettazione del telelavoro nell’organizzazione e, soprattutto, l’atteggiamento dei manager di linea, che spesso hanno il potere di approvare o negare l’accesso al telelavoro per i singoli dipendenti o gruppi di dipendenti. Inoltre, i manager di linea possono avere difficoltà a fidarsi dei colleghi a causa della mancanza di supervisione e avere la sensazione di perdere il controllo di gestione dei colleghi. Pertanto, è fondamentale formare i manager di linea in modo che possano affrontare efficacemente i problemi relativi al telelavoro.
Come si evince dal rapporto, esistono fattori di rischio specifici per la salute e sicurezza associati al telelavoro. I rischi per la salute e sicurezza includono problemi ergonomici come l’affaticamento della vista derivante, ad esempio, dai riflessi dello schermo del pc, vibrazioni delle immagini o contrasto inadeguato tra lo schermo e l’area circostante. Altri problemi più specifici includono dolore al collo e dolore ai tendini dei polsi e delle dita, che può portare a lesioni da sforzo ripetitivo.
La guida alla valutazione dei rischi dell’EU-OSHA rileva che, anche se i dipendenti lavorano da casa, la responsabilità di effettuare la valutazione dei rischi rimane in capo al datore di lavoro. I rappresentanti dei lavoratori e/o le autorità competenti dovrebbero avere accesso al luogo in cui viene reso il telelavoro per verificare che le disposizioni in materia di salute e sicurezza siano correttamente applicate. In termini di rischi psicosociali, è dimostrato che esiste un “rischio di isolamento” se un individuo lavora lontano dal proprio team. Sebbene la tecnologia permetta una comunicazione regolare con i colleghi, non sostituisce le più informali chiacchiere che costituiscono la base delle interazioni sociali sul posto di lavoro. I lavoratori non sono più costretti a spostarsi tra casa e ufficio e quindi possono facilmente passare l’intera giornata alla scrivania di casa. Gli alti livelli di lavoro a domicilio, insieme a blocchi e restrizioni sulle attività sociali, possono anche aumentare significativamente i livelli di isolamento.
L’offuscamento dei confini tra la vita domestica e quella lavorativa è un ulteriore fattore di rischio, poiché ci sono ridotte opportunità di socializzazione o intrattenimento fuori casa. Di conseguenza, il tempo dedicato al lavoro si espande per colmare tale vuoto. Inoltre, le responsabilità di cura, in particolare per i bambini, sono diventate molto più gravose durante la pandemia, a causa dell’obbligo dell’istruzione a domicilio.
Non è da sottovalutare nemmeno il fattore dell’ansia, che può aumentare a causa di una cattiva gestione dei ruoli e responsabilità, obiettivi e carichi di lavoro. Altri problemi che possono aumentare lo stress e l’ansia includono una connessione a banda larga lenta o intermittente (che può aumentare la frustrazione e l’irritabilità) e problemi tecnici che non possono essere risolti immediatamente con il supporto dei tecnici informatici. Un’economia costantemente attiva, resa possibile dalla tecnologia digitale, significa anche che i dipendenti possono essere teoricamente raggiunti in ogni momento della giornata.
Esistono diversi esempi di pratiche aziendali che affrontano questioni relative al telelavoro e alle implicazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sia in termini di disturbi muscoloscheletrici che di rischi psicosociali. Molti di questi si concentrano specificamente sul diritto alla disconnessione, che mira a promuovere il benessere e ridurre il rischio di stress e burnout per tutti i lavoratori, compresi i telelavoratori.
Il primo passo per tutti i datori di lavoro nella gestione della salute e sicurezza dei telelavoratori consiste nell’effettuare una valutazione dei rischi. Oltre ad essere un obbligo legale presente in diversi ordinamenti giuridici, questa è una misura di buona pratica che consente al datore di lavoro, collaborando con i rappresentanti dei lavoratori ove opportuno, di identificare i rischi rilevanti e le misure preventive appropriate. Il monitoraggio e l’ispezione sono, inoltre, fondamentali per garantire che l’attrezzatura fornita ai telelavoratori rimanga adeguata e non sia usurata o danneggiata.
In relazione ai rischi psicosociali di cui si è detto, gli strumenti di prevenzione ai quali può fare ricorso il datore di lavoro includono l’organizzazione di riunioni regolari, di squadra o altri incontri con i colleghi per rafforzare il legame di squadra. Riunioni regolari in ufficio, ove possibile, possono anche aiutare a ridurre al minimo l’isolamento. Passi più informali potrebbero includere la creazione di gruppi di chat da remoto che, come accaduto in alcuni contesti aziendali, sono state create dai dipendenti stessi e che possono aiutare i dipendenti a rimanere in contatto tra loro.
I manager, e in particolare i manager di linea, svolgono un ruolo importante nel garantire il benessere psicologico di coloro che gestiscono. Possono offrire un supporto significativo rispondendo a qualsiasi domanda o problema posti dai telelavoratori. Una volta che la pandemia sarà finita e il telelavoro non sarà più una risposta alla crisi, le aziende dovranno fare scelte strategiche sul modo in cui il lavoro è organizzato, tenendo presente una serie di fattori, comprese le preferenze dei dipendenti, ma anche questioni come i potenziali effetti su produttività, qualità del lavoro, equilibrio tra lavoro e vita privata e rischi psicosociali.
Sebbene la pandemia abbia causato danni considerevoli all’economia europea e ai suoi cittadini, ricostruire l’organizzazione del lavoro rappresenta un’opportunità per riorganizzare la vita lavorativa in modo da sfruttare i vantaggi di un telelavoro più diffuso, ma occorre anche mitigare i rischi per la salute e sicurezza di questo modo di lavorare.
Credit by:
Paola de Vita – ADAPT Professional Fellow
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