APPALTI: IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA IL NUOVO CODICE
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- On Marzo 30, 2023
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Semplificazione, sburocratizzazione delle procedure e liberalizzazione sono le parole chiave che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha utilizzato per presentare il nuovo codice degli appalti, approvato il 28 marzo dal Consiglio dei Ministri, con 229 articoli rivisti e integrati alla luce delle osservazioni delle commissioni parlamentari.
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Il nuovo Codice si applicherà a tutti i nuovi procedimenti a partire dal 1° aprile 2023 mentre la digitalizzazione delle procedure sarà in vigore dal 1°gennaio 2024.
Fra gli obiettivi principali: permettere a istituzioni e imprese di lavorare con celerità per fornire beni e servizi ai cittadini.
Vediamo le principali novità del nuovo codice.
DIGITALIZZAZIONE
La digitalizzazione delle procedure, che sarà in vigore dal 1°gennaio 2024, consentirà un notevole risparmio di tempo, si stima infatti che, per una gara, si risparmieranno dai sei mesi ad un anno.
In particolare, l’istituzione di una banca dati degli appalti contenente le informazioni relative alle imprese, simile ad una carta d’identità digitale, sempre consultabile, permetterà notevoli risparmi di costi e soprattutto di carta, non essendo più necessario, per i partecipanti alle gare, presentare di volta in volta plichi di documentazione.
Tale norma, come spiegato dal Ministero, è apprezzabile anche sotto il profilo ambientale e permetterà ai soggetti appaltanti, ma anche alle imprese e ai cittadini, di avere accesso on line ai dati garantendo così il principio di trasparenza.
APPALTI SOTTOSOGLIA
Si introduce la liberalizzazione degli appalti sottosoglia, cioè fino a 5,3 milioni di euro, in tali casi, le stazioni appaltanti potranno decidere di attivare procedure negoziate o affidamenti diretti, rispettando il principio della rotazione.
Per gli appalti fino a 500 mila euro, allo stesso modo, le piccole stazioni appaltanti potranno procedere direttamente senza passare per le stazioni appaltanti qualificate.
Il taglio dei tempi, specifica il Ministero, è notevole soprattutto per quei piccoli comuni che devono procedere a lavori di lieve entità fondamentali per la vivibilità dei luoghi ed il benessere delle proprie comunità.
APPALTO INTEGRATO
Rivive l’appalto integrato: il contratto potrà avere come oggetto la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato.
Inoltre, per garantire la conclusione dei lavori, si potrà procedere anche al subappalto “a cascata”, senza limiti.
In tema di responsabilità, il Ministero ha chiarito che “non bisognerà avere nessuna paura per la “firma”: infatti niente colpa grave per i funzionari e i dirigenti degli enti pubblici se avranno agito sulla base della giurisprudenza o dei pareri dell’autorità”.
ILLECITO PROFESSIONALE
Nella riformulazione del codice si è proceduto ad una razionalizzazione e semplificazione delle cause di esclusione dell’illecito professionale, anche attraverso una maggiore tipizzazione delle fattispecie. In particolare, per alcuni tipi di reato, l’illecito professionale può essere fatto valere solo a seguito di condanna definitiva, condanna di primo grado o in presenza di misure cautelari.
DISSENSO COSTRUTTIVO
Una importante innovazione riguarda l’introduzione della figura del dissenso costruttivo per superare gli stop degli appalti qualora siano coinvolti una pluralità di soggetti.
In sede di conferenza di servizi, l’ente che esprime il proprio dissenso, non solo dovrà motivarlo, ma soprattutto fornire una soluzione alternativa.
Nei casi in cui dovrà procedersi anche alla valutazione dell’interesse archeologico, il cui iter è spesso lungo e articolato e rischia di frenare gli appalti, tale valutazione dovrà essere svolta contestualmente alle procedure di approvazione del progetto, in modo da non incidere sul cronoprogramma dell’opera.
MADE IN ITALY
Il codice Appalti ha come obiettivo anche la salvaguardia del “Made in Italy”, infatti ai prodotti provenienti dall’Italia o dai paesi UE, in fase di valutazione dell’offerta, sarà riconosciuto un punteggio premiale. Si prevede inoltre che le stazioni appaltanti potranno indicare anche i criteri di approvvigionamento dei materiali per rispondere ai più elevati standard di qualità.
Ciò al fine di garantire maggiore tutela per le forniture italiane ed europee dalla concorrenza sleale di Paesi terzi.
Ecco il documento completo
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