LEGITTIMAZIONE DEL LAVORATORE PER L’INSINUAZIONE AL PASSIVO DEL TFR NON VERSATO AL FONDO DI PREVIDENZA COMPLEMENTARE
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- On Luglio 19, 2023
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La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16116 del 7.6.2023, in contrapposizione ad altro orientamento formatosi sulla questione, riconosce la legittimazione attiva del lavoratore ad insinuarsi al passivo per le quote di TFR maturate e accantonate ma non versate al Fondo di previdenza complementare, enunciando il seguente principio diritto “In tema di previdenza complementare, il generico riferimento, contenuto nell’art. 8, comma 1, del d.lgs. n. 252 del 2005, al “conferimento” del TFR maturando alle forme pensionistiche complementari, lascia aperta la possibilità che le parti, nell’esplicazione dell’autonomia negoziale loro riconosciuta dall’ordinamento, pongano in essere non già una delegazione di pagamento (art. 1268 cod. civ.) bensì una cessione di credito futuro (art. 1260 cod. civ.).
In caso di fallimento del datore di lavoro, la legittimazione ad insinuarsi al passivo per le quote di TFR maturate e accantonate ma non versate al Fondo di previdenza complementare spetta, di regola, al lavoratore, stante lo scioglimento del rapporto di mandato in cui si estrinseca la delegazione di pagamento al datore di lavoro, salvo che dall’istruttoria emerga che vi sia stata una cessione del credito in favore del Fondo predetto, cui in quel caso spetta la legittimazione attiva ai sensi dell’art. 93 legge fall.”
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