CCNL statali: nuove occasioni di carriera anche per i dipendenti pubblici. Istituita l’area di elevata professionalità
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- On Aprile 27, 2022
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Un nuovo ordinamento professionale, disciplina del lavoro agile e l’istituzione dell’area di elevata professionalità sono le importanti novità per gli statali contenute nel contratto nazionale per le Funzioni centrali – ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici – il cui iter si è chiuso con l’approvazione, in Consiglio dei Ministri, del documento, il primo del pubblico impiego, per la tornata contrattuale 2019-2021.
Riguardo all’istituzione dell’area di elevata professionalità, accanto ai molti commenti positivi, vi sono anche delle critiche, giunte soprattutto da parte dei funzionari appartenenti alla terza area, i quali ritengono che il provvedimento danneggi le proprie prerogative. È quindi necessario chiarire alcuni aspetti.
Cos’è l’area di elevata professionalità e come funziona
La nuova area è funzionale a consentire l’incremento qualitativo del capitale umano delle amministrazioni, sia per attrarre le migliori competenze sul mercato del lavoro, ma anche per aprire un percorso di carriera alle risorse umane già presenti. L’esigenza di introdurre questa nuova area è nata dal decreto legge 80/2021, che ha previsto la creazione di un’area dedicata al personale con alto grado di professionalità e ha rimandato alla contrattazione collettiva la sua istituzione e regolamentazione.
Ma la legge non ha previsto finanziamenti aggiuntivi per questa area, rinviandone l’onere delle assunzioni alle facoltà delle singole amministrazioni. Il contratto, non avendo quindi a disposizione risorse finanziarie, ha soltanto individuato l’area, stabilito i requisiti di accesso e trattamento economico (fino a 7omila euro), e prevedendo che quest’ultima nascesse vuota. Saranno dunque le singole amministrazioni che dovranno prevedere in base alle disponibilità per le assunzioni, di anno in anno, se finanziare o meno le posizioni apicali della quarta area.
Certamente il contratto di per sé non garantisce l’efficienza e la produttività di un’amministrazione, ma è lo strumento che può consentire al datore di lavoro una migliore organizzazione del lavoro, attraverso la gestione del personale, fermo restando le tutele del lavoratore.
È certo comunque che la nuova area rappresenta una notevole opportunità per le amministrazioni, che potranno organizzare meglio le risorse umane con una figura vicina alla dirigenza; ed è un’opportunità per il personale interno a cui si apre un percorso di carriera che non conduce necessariamente alla dirigenza.
Le attività da svolgere nell’area a elevata professionalità
I tipi di incarichi previsti dal contratto per i lavoratori interessati sono due: manageriali o professionali; i primi, correlati a responsabilità di risultato su uffici o strutture con alto grado di autonomia, con delega di funzioni ed assunzione di responsabilità verso l’esterno; i secondi correlati a responsabilità professionali derivanti dallo svolgimento di funzioni richiedenti l’iscrizione ad albi.
Come è disciplinato l’accesso all’area
Non appena l’amministrazione individua le posizioni, l’accesso è disciplinato dalla legge che prevede per i posti disponibili un 50% destinato al personale proveniente dalla terza area e il restante 50% dall’esterno. Riguardo al fatto che da più parti si scriva che questi posti sono destinati al personale reclutato per il Pnrr, bisogna chiarire che questo personale vi potrà accedere partecipando al concorso per esterni, se titolare di contratti a tempo determinato, oppure mediante selezione interna se titolare di un contratto a tempo indeterminato.
I requisiti base per l’accesso, stabilito dal contratto nazionale sono: la laurea magistrale accompagnata da un’esperienza pluriennale di esperienza lavorativa in funzioni specialistiche o di responsabilità che possono richiedere l’iscrizione ad albi professionali.
Credit by: Antonio Naddeo, Presidente Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pa, pubblicato su “Il Sole 24 ore” del 15 aprile 2022
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